Il Colore Bianco candido, l’archetipo dell’Innocente, la tua capacità di affidarti, di avere fiducia nel mondo e nelle persone, l’importanza di saper accettare i doni che ti vengono offerti.
L’innocente è quella parte di noi che crede nella vita, che riesce ad entusiasmarsi, che non è ancora corrosa dalla sfiducia, dalla noia e dall’insoddisfazione. È l’entusiasmo con cui cominciamo una relazione, con cui intraprendiamo un viaggio, con cui ci avviciniamo ad un lavoro. Gesù infatti dice: “Se non ritornerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli”; ed infatti l’Innocente è quel bambino, dentro di noi, che non conosce ancora la delusione (la quale ahimè è sempre in agguato) e che riesce ad approcciare alla vita come fosse un novello Adamo, un uomo nuovo che deve ancora scrivere il libro della sua esistenza.
L’archetipo dell’Innocente si attiva nell’infanzia, quando i genitori ci amano, ci proteggono e credono in noi e nel nostro potenziale, incoraggiando i nostri sforzi per usare e sviluppare le nostre capacità. Un quadretto idilliaco e raro? Forse per molti potrebbe esserlo… ma sarebbe il minimo impegno che si richiede a due genitori coscienziosi e consapevoli dell’importanza del loro ruolo.
L’Innocente è l’uomo, l’individuo “prima della caduta”, il quale ricorda con amore e nostalgia il mondo protetto dell’utero della madre e dei primissimi anni di vita. Egli ha ben presente la felicità di quel tempo, e intende riconquistarla per vivere nel Paradiso Terrestre, ovunque esso si trovi.
L’Innocente è quella parte di noi che continua a credere, nonostante tutto: nonostante le difficoltà della vita, nonostante le brutture cui assiste, nonostante le chiusure che spesso riscontra negli altri, nonostante la fatica di essere candido (bianco) in un mondo spesso pieno di ombre e di sofferenza. Egli, a causa di tale ostinazione, però tende a negare i problemi e a rifuggire dai conflitti, spesso isolandosi in un mondo di fantasia e d’illusione. È anche assolutista, dualista, manicheo: non può ammettere la propria imperfezione senza inorridire di se stesso e senza cadere preda della vergogna o del senso di colpa. Così giunge a sentirsi molto fragile e vulnerabile e, di conseguenza, cerca in tutti i modi di difendersi da ciò che considera una minaccia alla propria integrità.
Ma c’è un altro modo, più maturo, di relazionarsi con i fatti della vita, perché dopo la sofferenza e la paura arriva la consapevolezza che la “perdita dell’unita con la madre” (sia quella biologica che Madre Terra) è anch’essa un’illusione; è un modo per negare e non accettare la realtà. Rifuggire la realtà è la vera causa e fonte di dolore, non la realtà stessa. Perché in ogni esperienza c’è la “lezione” giusta per la nostra anima, l’insegnamento che essa cercava. La grande lezione che deve imparare l’Innocente è, dunque, che non bisogna mai abbandonare i propri ideali ed i propri sogni, ma che si deve anche essere disposti a sacrificarli quando essi non sono autentici. È necessario talvolta compiere il sacrificio della propria innocenza per poterla riacquistare ad un livello più elevato, ad un’ottava superiore! Insomma l’innocenza inconsapevole e puerile verrà sostituita da un’innocenza consapevole e adulta.
Attenzione alle Ombre dell’Innocente. Esse sono: il vittimismo, il pessimismo, l’attaccamento, l’eccessiva dipendenza, la pretesa ossessiva, la richiesta spasmodica di attenzioni, un senso incosciente di onnipotenza, un immaturo egocentrismo, la fuga dalla realtà, il rifiuto dei conflitti (sia interiori che esterni), l’illusione, l’eccessiva ingenuità, l’inesperienza. Ma compensando in noi la mancanza che deriva dal distacco (da un senso illusorio di distacco interiore), potremo sanarli rapidamente tutti. Perché il distacco, per chi ha compreso che tutto è Unità, è l’unica vera illusione: è impossibile, in definitiva, distaccarsi da se stessi!
Nel colore Bianco candido e immacolato del tuo Innocente interiore, impara (continua) dunque a vedere il mondo con occhi puri, ma non porre più troppe aspettative di accudimento nei confronti dei tuoi genitori o di coloro con i quali li hai sostituiti durante il corso della tua vita. L’esistenza ti dice “sii padre e madre di te stesso/a, sii completo/a ed integro/a”. È una meravigliosa esortazione all’autosufficienza pur nella proficua e amorevole collaborazione con gli altri.
Samya Ilaria di Donato
– la scrittrice dei colori –