Il colore Pergamena simboleggia la capacità di scavare nell’ambito della conoscenza e del sapere, in maniera da potersi collegare con le fonti e da esse attingere l’antica conoscenza e la sapienza.
Spesso noi siamo – ed agiamo – come alberi dimentichi delle radici. Vediamo soltanto la parte del fusto al di fuori della terra e ignoriamo tutto ciò che sta nel sottosuolo e che ci dona la forza, il radicamento e il nutrimento. Parliamo e ci muoviamo nel mondo senza conoscere minimamente tutto il lavoro dei nostri padri, dei nostri nonni e dei nostri avi che ci ha permesso di essere quelli che siamo oggi. Con questo non stiamo assolutamente dicendo di dover vivere nel passato, ma di dover onorare quella linea di conoscenza, di sapienza e di forza che abbiamo alle spalle e che si è sedimentata nei secoli e nei millenni. Le nostre società moderne purtroppo vivono in un limbo disancorato da tutto ciò che le ha precedute. Se chiedete in giro a qualcuno qualcosa riguardante la memoria della sua famiglia o della sua città o della sua nazione, vi accorgerete come questi non riesca a spingersi all’indietro oltre una manciata ristretta di pochi anni.
Le antiche civiltà, invece, erano perfettamente consapevoli del patrimonio e dell’importanza delle radici nella loro società. Nell’antica Roma c’era, in ogni famiglia, un altare dove si onoravano i Lari, i Penati e i Mani: i Lari erano gli spiriti degli antenati protettori del focolare, i Panati erano come del “angeli custodi” protettori della Patria e della famiglia, i Mani erano gli spiriti degli antenati defunti. Questo ci fa capire come fosse imprescindibile per le popolazioni antiche sentire la continuità del tempo e dell’esperienza umana attraverso la connessione con le radici, con le fonti, con gli “insegnamenti originari”.
Andare alla fonte ha una grande importanza per poter poi spiccare il volo verso il futuro. In quanto, in quegli archivi ideali di densa umanità, ci sono tutte le esperienze, gli errori, i successi e le vicissitudini delle generazioni precedenti alla nostra. Il vero “viaggiatore interstellare” è quello che conosce bene la terra e le radici da cui proviene. Oggi la medicina, la psicologia, le scienze olistiche sanno bene che interrompere il flusso che dai nostri avi arriva verso di noi, ha conseguenze spesso assai negative, perché in tal modo rinunciamo a gran parte della forza che proviene dai nostri geni, dalla nostra stirpe, dalla nostra genìa.
Ricercare le fonti ha anche una valenza importante nell’ambito di tutti gli studi, soprattutto di quelli umanistici. È importante per uno studioso sapere, ad esempio, com’era la lingua parlata e scritta anticamente in un dato posto; o è altrettanto indispensabile per un etnologo conoscere gli usi e i costumi di una data popolazione; o per uno storico sapere gli antefatti d’un avvenimento; o ancora per un archeologo sapere e ritrovare gli insediamenti d’una popolazione antica. La ricerca, insomma, è una fonte importantissima di conoscenza che ci permette di comprendere e decifrare meglio anche il nostro presente.
Nel colore Pergamena c’è tutto l’amore per la conoscenza antica, per quel filo sotterraneo di sapienza che ci conduce in ogni angolo del mondo creando interconnessioni tra le varie etnie, tra le più disparate filosofie, tra le molteplici fedi, tra le usanze ed i costumi di popolazioni apparentemente assai differenti tra loro. È una sinfonia di conoscenza armoniosa e mai fine a se stessa, dove ogni strumento suona la nota giusta se inserito perfettamente all’interno dell’orchestra. È come un mosaico dove ogni tessera è funzionale all’altra, ma soltanto se sai vedere il quadro d’insieme. Ma tutto ciò è praticamente impossibile se non ti addentri a ritroso nel fiume dalla sua foce alla sua fonte, se non guardi cosa c’era prima di te. E quest’abitudine, quest’attitudine, lo ripetiamo, è stata persa dall’uomo comune delle società moderne. L’essere umano oggi è disancorato dal suo contesto, è atomizzato, è schiacciato dalla smania compulsiva al consumo, è annichilito da una tecnologia non più a misura d’uomo. È indispensabile che l’umanità ritrovi l’amore e la conoscenza delle proprie origini, per poter essere perfettamente consapevole di ciò che è oggi e di quello che potrà divenire un domani.
La pergamena, detta anche cartapecora o carta pecudina, è una membrana ricavata dalla pelle di animale (agnello o vitello) non conciata e composta di collagene. Presenta una struttura coriacea ed elastica, per cui il degrado non avviene frequentemente. Fu utilizzata come supporto scrittorio fino al XIV secolo, quando venne gradatamente soppiantata dalla carta di canapa o d’altre fibre tessili. Oggi è ancora utilizzata come materiale di legatura. La pergamena può essere prodotta con pelli di pecora, di capra o di vitello opportunamente depilate e fatte asciugare sotto tensione. La pergamena (membrana o vellum in latino) prende nome dalla città di Pergamo (nell’Asia minore) dove, secondo la tradizione riferita da Plinio il Vecchio, sarebbe stata introdotta attorno al II secolo a.C., in sostituzione del papiro. (fonte Wikipedia)
Nel tuo colore Pergamena interiore impara a vedere chi sei, osservando chi e cosa c’è alle tue spalle: i tuoi avi, i tuoi antenati, i tuoi predecessori, i popoli del passato che hanno abitato il luogo in cui sei nato/a, la cultura antica, la conoscenza ancestrale. Perché la tua forza è inscindibilmente legata al vettore del tempo che dal passato ti proietta con forza in avanti. Paradossalmente soltanto chi ha un approccio sano e solido con il proprio passato è un uomo o una donna concretamente impegnata/a a costruire il suo futuro.